Parlando di forme di energia alternativa, spesso si incontrano resistenze non solo da parte di chi detiene il potere sull’attuale sistema energetico, ma anche dalle persone comuni che, ormai disorientate o rassegnate allo stato delle cose, non vedono spiragli per alcun avanzamento. L’attuale livello tecnologico e le conoscenze raggiunte permetterebbero invece quel cambiamento che tutti desiderano ma che il sistema tende a rigettare per questioni di potere. Così come alcune realtà ormai inoppugnabili non vengono accettate e rivelate al pubblico per la paura da parte delle istituzioni esistenti di essere scalzate dalla loro posizione privilegiata, anche per quanto riguarda le possibilità di progresso energetico il discorso non cambia. L’energia, per avere caratteristiche compatibili con un sistema che basa la sua forza sul profitto di pochi, deve essere quantificabile ed esauribile perché solo ciò consente a chi la vende di instaurare in chi la consuma una dipendenza totale.
Per fortuna non tutti vedono le cose allo stesso modo e ci sono gruppi indipendenti che studiano già da tempo una formula più sostenibile. In molti hanno avanzato ipotesi e modelli innovativi in questo ambito ma particolare attenzione va data alla Keshe Foundation, una fondazione senza fini di lucro istituita da un ingegnere nucleare iraniano di nome Mehran Tavakoli Keshe, la cui rispettabile etica ha destato non poco scompiglio e sospetti tra i governi e le industrie energetiche in questi ultimi anni. Vediamo ora il breve video in cui si rendono note le promesse della tecnologia Keshe:
Lo scenario di pace, cooperazione ed abbondanza e gli accorgimenti prospettati dalla fondazione per la diffusione e l’utilizzo del suo sistema basato sulla produzione di energia pulita e illimitata non potevano esimersi dal creare delle increspature nel mondo politico e, dopo diverse conferenze e interrogazioni parlamentari, l’approvazione da parte dei governi ai quali è stata sottoposta l’ardita proposta tarda ancora a manifestarsi. Fu consegnato un supporto informatico contenente i dati utili per valutare la tecnologia Keshe anche all’ambasciata italiana di Bruxelles e il governo italiano ha già ricevuto alcuni modelli di reattori al plasma per eseguire i dovuti test ma gli ultimi aggiornamenti ci informano che le giustificazioni del ritardo sarebbero a quanto pare imputabili soprattutto a dettagli tecnici più che alle potenzialità della tecnologia. Com’era facile prevedere, nei confronti della fondazione Keshe, non sono poi mancate da più fronti intimidazioni e sequestri di materiale, o almeno questo è quanto asserisce lo stesso ingegnere.
Nel nostro paese sembra che la questione sia stata presa a cuore nel 2012 solo dall’onorevole Fabio Meroni e che, dopo una risposta alquanto elusiva alla sua interrogazione, la faccenda Keshe sia poi finita guarda caso nel dimenticatoio. Insomma, come volevasi dimostrare, la strada verso un reale miglioramento è sempre irta di ostacoli o comunque spesso circondata da un alone di mistero, ciononostante, l’Ing. Mehran Keshe, pare oggi essere certo di un imminente rilascio delle sue tecnologie al pubblico e che un futuro migliore è finalmente possibile.
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Molto interessante grazie
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